La battaglia di Velletri durante la Seconda Repubblica Romana
di Roberto Zaccagnini
* Come può Garibaldi, mentre viene calpestato dalla cavalleria sia repubblicana che napoletana, pensare di raccogliere una pallottola che gli si è schiacciata contro la placca del cinturino?
* Come può accadere che una truppa arrivi a Velletri dalla strada di Genzano, cioè da ovest, e venga bersagliata dalle artiglierie che da Porta Romana sparano verso Lariano, cioè verso est?
* Come è possibile che Roselli arrivi a Velletri “alle 4 pomeridiane, cioè all’ora del tramonto”, se il 19 maggio il sole tramonta dieci minuti prima delle otto?
* Quali napoletani andava rincorrendo Garibaldi, quella notte, se il 19 maggio 1849 c’era novilunio, e quindi buio pesto?
* Come si può uscire da Porta Napoletana richiudendola da dentro?
* In cosa consisteva, nel 1849, “scalare” le mura di Porta Romana, se essa era stata abbattuta dieci anni prima?
* Perché il capitano Cenni, che scrisse di essere stato mandato da Garibaldi in ricognizione dentro Velletri, poi gli invia il messaggio “ho trovato l’alloggio”?
Queste ed altre domande, l’autore contrappone a tutti gli storiografi che, a vario titolo e in ogni tempo, scrissero sulla Seconda Repubblica Romana e, in particolare, sulla battaglia di Velletri.
Domande che non restano senza risposta, perché con voluttuosa pignoleria si ricostruiscono i tempi troppo spesso resi elastici dalla storiografia ufficiale, i luoghi troppo spesso sconosciuti agli storiografi, il numero dei combattenti che si gonfia e si sgonfia secondo la bisogna, i nomi e soprattutto le omonimie sulle quali molti storiografi sorvolano, altri inciampano, altri giocano finemente.
E infine, la polemica: azione determinante nella difesa della Repubblica Romana, o ingiustificata strage?
In ogni caso, uno scontro fisico tra eserciti, passato alla storia, ma zeppo di scontri morali e personali, ripicche e gelosie, in una narrazione appassionata e appassionante che, nonostante la necessità del rigore cronistico sottoposto a tutte le prove e le verifiche, riesce a farsi leggere come un thriller.
Ma un thriller particolare, nel quale ogni fremito è di breve durata: l’intera vicenda è trapuntata di ghiotte occasioni per celiare. Nonostante Garibaldi non fosse l’unico attore, tutto ruota o finisce per ruotare intorno a lui, artefice di disperate imprese, trascinatore delle masse più rumorose, sorprendente stratega perché privo di ogni strategia, generale insubordinato, collaboratore e spina al fianco di Mazzini. E, soprattutto, campione di scalogna: per metà procuratagli dagli altri, e per metà personalmente e accuratamente ricercata.
INDICE
Introduzione
Come nasce questa ricostruzione
La Prima Repubblica
La Seconda Repubblica – Gli eserciti del Papa // La prima sosta dei napoletani in Velletri // Garibaldi a Palestrina // La situazione a Roma // Si studia la spedizione // Si prepara l’esercito // La partenza da S. Giovanni // L’andirivieni dei napoletani // Da Zagarolo a Montefortino.
Alba del 19 – Garibaldi salta avanti // Il primo scontro // La frittata // Mezzogiorno // Pomeriggio di fuoco // E arriva pure Roselli // L’ultimo attacco // La sera // I misteri della notte // L’uscita degli ultimi napoletani.
L’alba del 20 – Garibaldi entra in Velletri // Intanto, Roselli … // Garibaldi cade e si ricovera // Il balletto dei rapporti // La città, quel giorno.
I giorni successivi – Le ultime battute della Repubblica // Le dispute sul significato della battaglia // Velletri e Garibaldi, negli anni successivi.
Menotti Garibaldi // Conclusioni di oggi // Un muratore salva la memoria storica.
Note
Appendice 1: Un poeta dialettale racconta la battaglia del ’49.
Appendice 2: Lettera (immaginaria) di un volontario alla moglie.
Bibliografia