Testo, musica e usanze
con cenni storici sulla festa
di Roberto Zaccagnini
Pasquella, Pasquetta, Pasquarella, è il nome che in diverse regioni si dà al rito del Canto di questua che si svolge durante la notte dell’Epifania, in particolare in Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Con nomi diversi e secondo diversi rituali, ciò avviene in quasi tutte le tradizioni regionali. A Velletri questa manifestazione, importata tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, è rimasta per un secolo custodita e praticata da poche persone, negli ambienti ristretti di alcune contrade rurali. Tuttavia il suo spirito magico, proprio delle zone montane appenniniche dalle quali proviene, si alterò alla fine del ‘900 con la scoperta e la forsennata riproposizione da parte di un vasto pubblico, che alle intime suggestioni preferisce la cagnara, che protragga i botti di capodanno, e anticipi le mascherate carnevalesche. A tutto ciò s’aggiunsero i cosiddetti storici che, profittando della singolarità della manifestazione nella nostra provincia, inventarono una antica origine velletrana della Pasquella, ignorando l’identità tra la nostra e quella marchigiano-abruzzese, e la sua importazione in coincidenza col maggior flusso migratorio da quelle regioni.
Nel testo si ragiona sulla persistenza dei simbolismi a partire dai riti più antichi, e la coincidenza calendariale di essi. Quindi si espone una traccia del testo più accreditato nella tradizione velletrana, la sua melodia, e le regole – spesso disattese – che un tempo disciplinavano l’esecuzione del rito.
INDICE
Prefazione
La Befana // I Saturnali // I “Misteri” // La Festa dei Pazzi // L’Epifania // La Befana e le “Pasquelle” // Le “Novene” // Il “Befanone” a Velletri // Gli strumenti // I pasquellari // Le regole // Osservazioni sulle diverse versioni // La Pasquella (testo) // La Pasquella (musica) // La Pasquella oggi
(Vedi presentazione su YouTube)