LA GATTA IN DISPENSA

Proverbi e modi di dire
dell’uso velletrano

di Roberto Zaccagnini

   Il “proverbio” è un detto popolare che condensa un insegnamento tratto dall’esperienza. Per ottenere dignità e affidabilità, è quasi sempre espresso in rima, spesso stentata. Tutto questo agisce da sempre sull’inconscio, e lo specchio delle passioni collettive lo abbiamo dall’osservazione dei comportamenti infantili: la rima o l’assonanza accompagnano tutto il formulario dei ragazzi, nei loro giochi e nella loro socialità. L’enunciazione di una regola nel gioco, se detta in rima, diventa incontestabile, perché in tal caso a parlare non è l’occasionale giocatore, ma la legge, la tradizione di un popolo, l’indiscussa esperienza. E’ lo stesso meccanismo psicologico degli insegnamenti materni impartiti con l’enunciazione di proverbi: nessuno potrà mai dubitare della loro veridicità, perché dopo tanti secoli non può arrivare Pierino a discuterli, poiché “chi mangia la minestra – da sempre – guarda il medico dalla finestra”.
   Oltre la rima, il proverbio deve avere una morale, altrimenti siamo nel campo dei modi di dire. Ma anche un modo di dire si può trasformare in proverbio: basta dargli … la patina, presentandolo come risultato di una antica osservazione, cioè dell’esperienza. E qui vedremo come ciò sia possibile. Cosicché con la formulazione di un modo di dire, il pronunciante se ne assume la responsabilità, mentre con l’enunciazione di un proverbio si lascia parlare la storia, e contro i proverbi c’è poco da obiettare.

    Ciò premesso, appare chiaro che il proverbio sia da leggere in senso assoluto, cioè per quello che chiaramente enuncia. Destinato a esprimere una sentenza, non può essere soggetto a interpretazioni che dipendano dalla ricettività o sensibilità di ciascuno, o dal suo momentaneo stato d’animo. Di contro, il modo di dire assume significato diverso a seconda di chi lo pronuncia, e soprattutto di come lo pronuncia. Talvolta il modo di dire è da intendere in senso ironico: ciò dipende dal carattere di chi lo espone e, nel caso di un modo di dire tradizionale, dal carattere del popolo cui appartiene.
    In questa rassegna si alternano indistintamente proverbi e modi di dire, secondo l’occasione fornita dall’andamento narrativo, col rischio costante, e il risultato, di uscire spesso fuori tema. Non una semplice elencazione di motteggi, perciò, ma una escursione attraverso il genio popolare e le sue arguzie, nella quale occhieggiano quelle storielle di vita paesana, vere o presunte, che diedero origine alle locuzioni più peculiari della tradizione velletrana.

INDICE

Prefazione
L’importanza della rima nei proverbi
Se poi è endecasillabo …

Dal modo di dire al proverbio
L’ironia nei modi di dire

Origini, razza, competenza // Comportamento, rapporti e parentela // Agricoltura // Osservazioni meteorologiche // Calendario // Paragoni con animali // In memoria di … Tizio e Caio // Contro il “campanile” altrui // Del bere e del mangiare // Lavoro e compenso, bisogno e soddisfazione // Metodi e risultati, effetti e conseguenze // Precauzioni, anticipazioni // Malanni e cure // Pertinenza, predilezione, apparenza // Superstizioni e presagi // Fatalità, e fugacità del tempo // Minacce, insulti, maledizioni … e altro // Consigli // Ingratitudine, contrasto, autosufficienza // Accenni e sottintesi.

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